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Cerea! raffinatezze e gioia di vivere a Torino

Viaggio di gruppo

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Placido naufragare tra corti, cortili, cortigiani e cortesie nella Torino della Belle Epoque e delle Madame Reali.

Un itinerario che attraversa una Torino che pochi conoscono e che vi sorprenderà per gli angoli, le curiosità e la bellezza della natura a due passi dal cuore storico della città. Un itinerario inconsueto: un pò romantico, un pò decadente ed un pò radical chic. Insomma un itinerario in grado di fare sentire vivamente il senso di “torinesità” che in collina spesso si respira ed è così diverso da qualsiasi altra città d’Italia. Alle spalle della Gran Madre verso il Monte dei Cappuccini e sino a piazza Crimea le vie si insinuano lungo piccole vallette verdi che si insinuano tra le colline, questo da secoli è luogo di elezione per costruire rifugi dell’anima, piccoli paradisi immersi della Natura, opulente ville borghesi o intimi chalet dal sapore nordico.

A cura di Giorgio Baravalle
In questo viaggio sarete accompagnati da:
Giorgio Baravalle
In Terre di Granda Club
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La mattina

Il nostro punto di inizio sarà Villa della Regina, ma non semplicemente vista come aulica dimora sabauda, ma come “macchina del tempo” in grado di attraversare le varie epoche che la città ha vissuto dal XVII al XX secolo. Così tra le pareti dai raffinati decori alla cinese si sentiranno anche le voci delle giovani donne che qui venivano educate mentre i segni bruciati delle pareti ci riporteranno al terrore ed al frastuono delle bombe della Seconda Guerra Mondiale. Storie che si susseguiranno proseguendo sulle vie che costeggiano la collina. Basta svoltare per una stradina in ripida salita e trovarsi di fronte ad un immensa villa barocca in stato di degrado, Villa Imperiali Becker. Un luogo dove l’immaginario vola tra storie che hanno come protagonista Filippo d’Agliè, il grande organizzatore di feste di corte per Madama Reale oppure ancora quando una famiglia di amanti della Bella Italia la rese propria residenza e per finire poi come set cinematografico per Dario Argento, che in zona già aveva girato nella vicina Villa Scott. Al Monte dei Cappuccini la grande tela del Moncalvo e la Tomba di Filippo d’Agliè rimandano agli splendori del già citato Ducato Sabaudo, quando la vista da quella terrazza dominava una città ancora cinta dalle possenti mura. Dai Cappuccini si abbraccia la città nata per essere ammirata e per essere monumentale, mentre alle spalle esiste un'altra città nata per essere rifugio, eremitaggio, fuga dai clamori;  questo sarà l’obiettivo del nostro girovagare. Sembra ancora di sentire la musica della Belle Epoque uscire dalle finestre aperte di queste meravigliose ville, che riecheggiano le raffinatezze di una città effervescente, alla moda ed estremamente elegante. Un’eleganza che sopravvive nei modi e negli stili di vita ancora di oggi e percorrendo le silenziose vie residenziali che non sembrano possibili in una grande città eppure…. Pausa per la seconda colazione libera. (Possibilità di pasto veloce da  prenotare in un locale consigliato). 


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Il pomeriggio

Nel pomeriggio attraversiamo il Po per raggiungere la zona di via della Rocca, dalle piccole piazzette e giardini dal sapore intimo e rassicurante. Un'eleganza pacata e sobria che ci introduce alla scoperta di una vera chicca nel panorama delle residenze storiche torinesi: Palazzo Birago da Borgaro, con uno dei cortili più scenografici della città ed i suoi rinati saloni. Sarà ancora una volta un viaggio attraverso le epoche sovrapposte di una città che ha cambiato pelle più volte senza però mai tradire il suo senso di contenuta eleganza. Per l'ultima parte del pomeriggio raggiungiamo il parco del Valentino che in fondo può essere inteso come un luogo di rifugio e di contemplazione della natura fuori dalla città "murata". Un rifugio dallo stress è lo stesso fiume che ancora oggi ospita storici circoli di canottaggio con terrazze sul corso d’acqua come il Caprera. Il castello del Valentino è esso stesso rifugio e luogo di svago dove l’eredità del palazzo alla francese entre court et Jardin trova una sintesi architettonica perfetta che ci accoglie con una grande corte, ma qui invece del classico giardino si ha il fiume e la collina stessa. Un teatro spettacolare dove sembra di vedere calare la notte e illuminarsi di mille candele e i suoni della festa che il nostro Filippo aveva orchestrato per la sua Cristina di Francia. Il nostro lento naufragare contemplativo non poteva non concludersi dunque che con un piccolo paradiso segreto come il settecentesco Orto Botanico che sarà una perfetta conclusione per questo itinerario dedicato ad una Torino fuori dagli schemi. 


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