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Un invito a non dare nulla per scontato, neanche in zone remote della pianura piemontese dove possono essere conservate gelosamente gemme nascoste, artisti affermati e passeggiate d' arte all' insegna del contemporaneo. Forse proprio in questi luoghi ancora oggi sopravvive un Piemonte autentico che vi invitiamo a scoprire in questa giornata dedicata ai viaggiatori...ai 'nostri' viaggiatori! Tra Vigone e Cercenasco vi attendono aperture straordinarie, incontri con ospiti d' eccezione, uno storico ristorante noto per il suo fritto misto e l' opportunità per ritrovarsi amichevolmente con la voglia di stare insieme. Sarà poi l' occasione di parlare del calendario 2025 dei nostri viaggi. Tutto questo renderà la vostra giornata davvero imperdibile.
Uno speciale ringraziamento all'Amministrazione del Comune di Vigone ed Elio Garis per la disponibilità.
Vi daremo il benvenuto a Vigone, un piccolo borgo della pianura torinese dove la storia ha tuttavia tessuto le trame di un racconto che prende il suo corso dalla piazza Palazzo Civico che nella sua accogliente forma triangolare ospita il Palazzo di Città nelle sue forme classicheggianti, ma anche testimonianze di un periodo più lontano quando gli Acaja erano signori di questa parte del Piemonte. Torri, palazzi e portici segnano urbanisticamente il cuore antico di Vigone che offre tuttavia altre gemme nasconte che vorremmo farvi conoscere. Grazie alla disponibilità dell'Amministrazione comunale la prima tappa sarà la scoperta di uno dei pochi teatri all' italiana sopravvissuti in provincia di Torino e dono fatto dalla nobile famiglia Baudi di Vesme alla comunità locale. La sala restaurata e riaperta nel 2007 conserva un' intima atmosfera e grande eleganza che certo non è cosa comune per un borgo così piccolo come quello in cui ci troviamo. Disegnato dal torinese Domenico Berutto, venne inaugurato l' 8 settembre del 1855 con l'opera buffa Chi dura vince di Luigi Ricci, che ci sembra un inizio perfetto della nostra giornata. Oggi l'accesso al teatro avviene attraverso un spazio inaspettatamente contemporaneo che ospita tra le altre cose l'atelier di un noto artista: Elio Garis. La seconda tappa che abbiamo quindi pensato di organizzare per i nostri ospiti è una visita con l'artista al suo atelier alla scoperta del "processo di creazione" di un'opera e la scoperta di come sabbia, ferro, pietra possono prendere forme e colori inaspettati. La terza ed ultima tappa della mattinata continuerà sull'onda della contemporaneità con una passeggiata alla scoperta di 'Panchine d'artista'.
'Panchine d’Artista' è un progetto culturale per la promozione dell’arte contemporanea nella Città di Vigone. Arte come aggregazione, come crescita sociale e rigenerazione urbana. Perché le panchine?
Perché da sempre, soprattutto nei paesi, sono proprio le panchine il punto di ritrovo di grandi e piccini, simbolo di una socialità e di una convivialità ormai quasi perduta.
Ogni anno l’Associazione Panchine d’Artista affida la creazione di una panchina ad un artista di fama internazionale, che ne interpreta il significato declinandolo secondo il suo estro, il suo spirito e la sua infanzia. Viale, Garis, Mainolfi, Bolla sono solo alcuni dei nomi che incontreremo.
Ristorante Centro nasce oltre un secolo fa e da allora è sempre stato gestito dalla stessa famiglia. Ricette tipiche che si tramandano di generazione in generazione per offrire squisiti piatti tipici all’ insegna della tradizione come le rane, il fritto misto e i dolci tipici fatti in casa.
Il ristorante si trova a Cercenasco e si distingue per l’ambiente che ti riporta l’atmosfera di altri tempi. Qui da più di cent'anni si ripete il rito del Fritto Misto e così noi ve lo offriamo:
Menù proposto:
Il nostro pranzo sarà anche l'occasione per condividere la prossima stagione di viaggi con tutte le principali novità oltre che ripercorrere le esperienze già vissute nei viaggi trascorsi. A completamento di questa giornata tuttavia desideriamo offrirvi un'altra gemma nascosta con la cappella di Santa Maria De Hortis. La cappella risale all’anno Mille e poi verosimilmente fu ricostruita e affrescata nel XIV secolo grazie all’interessamento di molte famiglie legate al ramo dei Savoia-Acaia. Gli affreschi, di elevata qualità, sono rimasti occultati almeno dall’Ottocento, ma quasi certamente prima vennero imbiancati e maldestramente ricoperti di calce, usata come disinfettante durante la peste del Seicento. Recentemente sono stati scoperti grazie all’intervento di un’associazione di volontari e accuratamente restaurati a cura della Sovrintendenza ai Beni Artistici e Storici del Piemonte. Al termine della visita, rientro nelle località di provenienza.
