'Swedish Grace' è la definizione di uno specifico periodo artistico in Svezia, ma prendendo questa denominazione in prestito e, con tutta la soave eleganza che essa suggerisce, voglio usarla come filo rosso in grado di congiungere momenti e luoghi diversi della nostra visita a Stoccolma, capitale del 'senza fronzoli' sin dai secoli passati per poi giungere all'Ikea pensiero: un viaggio nell'estetica di questa capitale dove convivono casette romantiche in legno dal profondo color rosso immerse nel bosco con il funzionalismo del cemento armato e vetro.
Correva l'anno 1252 ed il noto Birger Jarl, proveniente dal possente casato dei Folkunger pensò bene di fondare la futura città di Stoccolma su un piccolo isolotto che, come un "tappo" separava il lago Mäleren dal mar Baltico. Tutta colpa del bradisismo, ma questo di certo Birger non poteva saperlo.... quindi dovette semplicemente pensare che si trattava di una posizione molto favorevole ai commerci e dotata di una difesa naturale invidiabile ... così fu l'inizio per Stoccolma del quartiere che oggi visitiamo e riconosciamo come Gamla Stan (la città vecchia). Sensazionalisticamente presentato dalle guide locali come il centro storico medievale meglio conservato d'Europa, personalmente non sono convinto che sia proprio così, tuttavia è pur vero che vista la dimensione ridotta, la ricchezza della Svezia e l'assenza di guerre negli ultimi 120 anni almeno ...beh, mi stupirebbe fosse pure trascurato! A Gamla Stan troverete la città che tutti si aspettano, con le sue piazzette raccolte, le facciate che rimandano al periodo durante il quale rivestì il ruolo di importante città della lega anseatica. Facciate dal gusto fiammingo, portali in pietra secondo la tradizione fiamminga, botteghe e locali dal fascino intimo ed una evidente predilezione per il "brocante" e "second-hand". Era un sabato mattina verso le 9.30 con un sole splendente, quando questa parte di città ci accolse ed il girovagare tra i vicoli acciotolati e semi-deserti è stato meraviglioso....sicuramente molto diverso da quello che un paio d'ore più tardi si vive con lo sbarco dei croceristi e dei gruppi assatanati di selfie e di negozietti turistici di pessima qualità. Il nostro consiglio quindi è quello di scoprire questa zona negli orari meno frequentati, concentrandosi nei vicoli meno battuti, ma più affascinanti.
Quanto poco conosciamo la storia di questo paese seppure europeo è chiaro e credetemi che più di una volta mi è capitato di dover puntualizzare che si stava parlando del nome della più importante dinastia reale svedese tra XVI e XVII secolo ovvero i Vasa e non la premiata forneria industriale Wasa, che, seppur pregevole, è un altro tipo di orgoglio nazionale a base di acqua, lievito, sale e segale. Se poi la vogliamo dire tutta, i Vasa non sono neanche un qualche tipo di dinastia vichinga, è la nave ritrovata in fondo al mare, che si visita al museo omonimo, ed è uno splendido galeone capolavoro del gusto barocco e non dei barbari pirati "con le corna" che neppure avevano !! Sono dolente se ho sfatato delle credenze... fuorvianti!
Detto questo, in realtà Vasa è stato trascritto come Wasa quindi non sentitevi troppo in colpa :-)
"Lagom" (pronunciato /ˈlɑːɡɔm/) è una parola svedese che significa "non troppo, non troppo poco, il giusto". Sotto questo nome è racchiusa la filosofia con cui gli svedesi approcciano qualsiasi aspetto della vita. Se accostiamo questa visione all'idea di misurata grazia classica ovvero Swedish Grace allora il cerchio si chiude con una coerenza disarmante.
Una corrente del gusto come declinazione della tendenza europea iniziata in Inghilterra con l'Arts and Crafts attraverso il quale si promuoveva un ritorno alle tradizoni ed all'artigianalità degli avi contro l'imperante e standardizzante industrializzazione. Un ritorno alle origini delle nazioni che diventa spesso vero e proprio patriottismo. In Svezia parliamo infatti di Nazionalismo Nordico che avrà tra le massime espressioni il Municipio di Stoccolma, ma che risentirà della ventata originale dell'Art Noveau e la più tarda Art Deco' concedendosi elementi di sobria e contemporanea eleganza che fanno bella mostra nei dettagli dell'illuminazione, porte, motivi decorativi di edifici residenziali o nuove infrastrutture pubbliche. Un gusto che sembra riecheggiare la sinuosa quanto lineare eleganza di Mackintosh in Scozia e che merita di essere meglio conosciuta ed esplorata in un itinerario attraverso i quartieri tardo ottocenteschi ed inizio novecento di Stoccolma come Ostermalm, Vasastaden o Kungsholmen ad esempio.
Vi alleghiamo un link qui di seguito in lingua inglese (in italiano non è stato possibile trovare nulla) su una mostra tenuta a New York nel 2014 sulla Swedish Grace che vi mostra il gusto e la tipologia degli oggetti. Che cosa vi ricordano? Clicca sulla freccia e goditi lo spettacolo....
Quanto la Svezia e la scandinavia hanno influito nel design contemporaneo internazionale è impressionante, ma le radici di questa rivoluzione sono perlopiù sconosciute per l'assenza di studi e traduzioni in italiano dei testi dei principali protagonisti di questa rivoluzione che ha avuto nella grande esposizione di Stoccolma del 1930 il punto di non ritorno. Protagonisti indiscutibili saranno Erik Gunnar Asplund, Uno Ähren, Sigurd Lewewrntz che reinventarono la cultura ed il design della nazione dove la moderazione significo' l'abbandono di tutto ciò che non era necessario come l'eccesso di ornamento. Di qui a poco, Celsig, con il Kulturhuset in Norrmalm fece sbarcare il lessico del cemento armato con il "Brutalismo" (una parola che di certo non ben predispone, ma che sarebbe utile riconsiderare nei giusti termini).
L'Esposizione di Stoccolma (in svedese, Stockholmsutställningen) è stata un'esposizione presentata come il momento di svolta modernista dell'architettura svedese. Ma, mentre in Germania o in Francia il movimento moderno rimase una forza culturale di posizione spesso rivoluzionaria, in Svezia rappresentò un'iniziativa nazionalista. Obiettivo dell'esposizione era di presentare agli svedesi una versione modernizzata della produzione artistica artigianale del loro paese, offrendo tale immagine anche ad un pubblico internazionale. Da quel momento il futuro volto della città fu tracciato e di li a poco le grandi trasformazioni di Norrmalm presero forma, sull'abbattimento senza tanti ripensamenti, di un vivace quartiere ottocentesco che diede un tangibile segno della nazione verso la Modernità ed il Funzionalismo.
Il giorno dell'arrivo a Stoccolma a bordo di un bus attraversiamo Norrmalm e ci troviamo di fronte ad una città dove la modernità del dopoguerra lascia un segno duro e di certo molto differente da quanto uno si aspetta immaginando il romantico nord delle casette in legno e lume di candela. Passiamo accanto Sergels Torget, il cuore del quartiere inaugurato negli anni '60. Grandi facciate di ferro, vetro e cemento ti lasciano un pò perplesso, ma andiamo avanti e poco dopo l'eleganza monumentale di Gamla Stan cattura l'attenzione ed i grattacieli funzionalisti sono solo un pallido ricordo.
Qualche giorno dopo torniamo a Norrmalm per esplorare il quartiere e quegli stessi edifici narrati dalla nostra guida Annalisa acquistano una valore differente e ciò che sembra "brutto" acquisisce qualità estetiche inaspettate. E' evidente che la forma è in rapporto alla funzione, ma anche la trasparenza è in rapporto al valore fondante della società svedese (un gran bel valore!).
Nella scarna essenzialità le toilettes laccate in rosso con forme attorondate, o il parcheggio per i passeggini, le poltone componibili dal design accattivante, la scala in cemento che diventa scultura con quel tubo al neon che attraversa l'intero edificio, l'attenzione alle grafiche accattivanti e chiare, gli oblò del portico sotto la fontana che portano luce naturale e l'inaspettata scoperta di essere sotto l' acqua increspata della vasca che sta sulle nostre teste... insomma non bisogna dare nulla per scontato perchè Kulturhuset nel suo essere "brutalista" ha una delicatezza di scelta ed un'attenzione nei dettagli a favore della funzionalità, che fior fior di edifici esteticamente più "facili" si possono davvero scordare. Percorrendo questo quartiere è ancora una volta evidente che la moderazione-logom della Svezia è un qualcosa di non prescindibile, tanto da prediligere il cancellare la memoria della città con le sue storiche vie piuttosto che reinventarle più efficenti, più lineari, più funzionali.
Datemi una P ... datemi una A ... Si ... !
E' Paesaggio la parola che sino ad ora non ha avuto lo spazio che merita perchè se si vuole identificare un aspetto che costituisce l'unicità di Stoccolma allora lo scenario svedese merita il podio. Un lago, il Mäleren grande quattro volte il lago di Garda, verso ovest; un mare, il Baltico, che sembra placido quanto il lago verso est; una miriade quasi impensabile di isole e foreste di cedri, betulle e pini; la dura roccia di gneiss che emerge a Sodermalm disegnando il paesaggio; un parco nazionale che entra in città, unica capitale a vantare questa eccezionalità. Il paesaggio e la natura sono talmente presenti e potenti da spiegare l'importanza che la protezione della natura riveste nell'agenda delle politiche di sviluppo della capitale Green d'Europa dal 2010.
Quando all'inizio del '900, Stoccolma cresceva come città moderna ed industriale, presto tra le tante necessità a cui fare fronte c'era la costruzione di un cimitero. Fu da subito chiaro che per una società moderna, aperta alle diversità e moderata, occorreva tuttavia trovare un nuovo modello di luogo di sepoltura che potesse essere adatto a tutte le religioni e credo. Sarà Erik Gunnard Asplund con un altri suoi collaboratori a cimentarsi e presentare alla municipalità un'idea dove la sacralità era proprio quella natura che avvolgeva e penetrava dentro la città. Una natura potente dove il ciclo della vita dell'uomo ed una parte infinitesima dell'ordine universale delle cose. Quegli alberi giganti a volte di oltre 250 anni ci fanno in qualche modo sentire piccoli quanto quelle tombe che nella genuinità disseminano i tappeti erbosi con discrezione e dignità e come parte di un tutto più grande. Qui, anche le persone che devono affrontare il lutto, vengono condotte in un percorso tra la luce ed il buio, tra. il pensiero della morte e della perdita di un caro e la bellezza rigenerante che li circonda tra i profumi del bosco, il vento tra le fronde ed il canto degli uccelli. Le cappelle sembrano capanni delle foreste nordiche e le forme delle architetture aderiscono al funzionalismo e alla sobrietà. Un luogo unico tanto da meritare la nomination nelle liste del Patrimonio dell'Umanità Unesco. Questa è la storia del cimitero di Skogskirkogården ovvero il cimitero nel bosco ... un luogo magico...
A distanza di qualche giorno dal rientro da Stoccolma, le sensazioni sedimentano e le immagini scorrono. Sono immagini di una città diversa dalle altre capitali europee fino ad oggi visitate. Non ho forse un luogo in particolare che mi porterò nel cuore, se non il cimitero nel bosco, tuttavia mi rendo conto si essere animato da diverse sensazioni godute: passeggiare in Slussen tra libri usati e botteghe di design e vintage, godersi il panorama dalle alture graniteche che spaziano verso la città vecchia, le vie acciotolate di Gamla Stan al mattino presto quando la città non è ancora invasa dai turisti, i riflessi sull'acqua della città di notte, i quartieri residenziali sulle sponde del lago ed immersi nei boschi, la banca da dove ha avuto inizio "la Sindrome di Stoccolma", il design di Asplünd così monumentale nella sua semplità da spiazzarti, l'eleganza nordica dei quartieri signorili di Östermalm o il verde "totalizzante" dell'Isola dei musei Djugården.... e a voi, se ci siete stati...che cosa vi è rimasto?