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Abruzzo, itinerario nei luoghi che rinascono

Trovarsi a percorrere il cuore dell' Abruzzo alla vigilia di l'Aquila, capitale Italiana della cultura per indagare la rinascita e, come questo territorio, si sia dovuto reinventare e scoprire come "le fenici" che rinascono dalle ceneri, sia ben più di quello che ti aspettavi, in un contesto paesaggistico tra i più struggenti della nostra bella Italia.

Come uno Stargate ...

Il treno ad alta velocità è una sorta di stargate: parti dalla tua stazione e, mentre dai finestrini vedi sfilare il paesaggio come se fossi teletrasportato, in breve tempo arrivi in un nuovo mondo tutto da scoprire.
Così è stato con il nostro arrivo alla stazione di Pescara ....

Scrivendo questo racconto mi trovo sul treno FrecciaRossa di rientro per Torino e mi gusto una ciambellina dolce al Montepulciano d’Abruzzo che ieri tutti insieme abbiamo sfornato in compagnia di Andrea, il bizzarro panificatore, che ci ha coinvolti in un laboratorio dove oltre ad impastare la farina, l’acqua e lo lievito madre … ha amalgamato tutti noi, che oggi, gustando queste prelibatezze sentiamo il sapore del ricordo piacevole e rivediamo i nostri volti sorridenti e le risate sonore che ci hanno resi una cosa sola, complici in una serata avvolti dal calore di un antico forno del ‘700 e poi una tavola sotto i voltoni del Cantinone del Sextantio per condividere i risultati delle fatiche fatte.

Nel momento in cui abbiamo messo piede a Pescara arrivando con il treno di andata ed una volta saliti sul bus, come consuetudine è stato il momento di presentare il senso del nostro itinerario al nostro bel gruppetto di viaggiatori. Un viaggio pensato come un percorso-reportage tra luoghi che sono rinati con una nuova pelle e nuove chance; luoghi che hanno alzato la testa e che in qualche modo sono ispirazione per tutti noi, in grado di insegnarci che possiamo noi stessi rigenerarci e cambiare la nostra visione delle cose. A distanza di pochi giorni, posso dire che il tema è stato di certo affrontato, ma il risultato è stato molto al di sopra delle aspettative e sorprendendoci di come la realtà sia molto diversa da come immagini e le situazioni che immaginavi siano in realtà molto più articolate, varie ed umanamente toccanti !

Per quindici giorni abbiamo dormito vestiti....

“Per quindici giorni abbiamo dormito vestiti in tuta da ginnastica, pronti a scappare” questa è la frase che in giro per l’Aquila ancora mi riecheggia dal momento che Roberta, la nostra guida, l’ha pronunciata. Che cosa significa vivere quei momenti posso solo immaginarlo e poi pensare che quel momento è davvero arrivato cambiando le vite di tante persone mi ha messo di fronte ad una realtà che dopo 16 anni ed alle soglie di l’Aquila capitale Italiana della cultura, si può solo più parzialmente immaginare. Le ferite e le facciate puntellate sono ancora in parte visibili, ma la distruzione che aveva portato a cancellare l’ identità della città oggi ha lasciato il posto ad una grandiosa ricostruzione. 

“Nelle ore successive al sisma, probabilmente voi avevate più notizie dai media di noi cittadini che non avevamo corrente e mezzi per poter capire cosa fosse successo …. solo dopo 24 ore circa abbiamo capito che L’Aquila non c’era più”.  A questo punto riflettendo sulle parole scritte poc'anzi, prova davvero ad immaginare cosa deve essere stato scoprire, in un giorno qualunque aprendo la porta di casa, che i luoghi che avevano visto scorrere la tua vita, o che ti avevano accompagnato, non esistevano più .... !

La Baronia: terre di pastori, di lana e di rinascita

Terra di pastori, di tratturi, di villaggi di tradizione contadina che si stagliano in cima di alture o su creste in maniera a volte ardita quanto scenografica con il bianco della pietra calcarea di origine carsica che si illumina al sole ….  un tempo, 4 milioni di pecore popolavano queste terre e costituivano con la loro lana una ricchezza oggi impensabile …. oggi, la lana rimane un lontano ricordo e quei borghi si sono spopolati rischiando un decadimento che il terremoto ha iperbolicamente accelerato.  Rimangono tradizioni come la partecipata processione della Madonna dei pastori di Castel del Monte (borgo famoso per le streghe e per essere la capitale dei pastori che lo abitano ancora oggi e che ogni anno l’8 di settembre cercano la protezione della Vergine nella data che da' inizio alla transumanza lungo i tratturi che portano dall' Abruzzo alla Puglia).
Oggi rimangono in quota ampie radure frutto del disboscamento in epoche lontane per fare spazio alle greggi, rimangono gli stazzi, ovvero i ripari dei pastori in caso di avversità meteorologica; rimangono le splendide chiese tratturali che accoglievano spiritualmente il passaggio delle greggi; e, rimangono gli stessi borghi che punteggiano le vallate. Alcuni di essi stanno rinascendo grazie alla intraprendenza di imprenditori o di giovani che se ne innamorano e fanno scelte che molti scambierebbero per pazzia. 

Questa ad esempio è la storia di Rocca Calascio e/o di Santo Stefano di Sessanio. Nel primo caso, Susanna Salvati ed il marito Paolo lasciano Roma per creare il loro “rifugio” a due passi dal castello di Lady Hawke nel 1997, mentre nel secondo caso, Daniele Kihlgren scopre, vagando in moto Santo Stefano e decide che quel paesino sperduto, sarebbe stata la sua sfida. Questo luogo, non grazie a ricerche di mercato e piani di fattibilità che avrebbero quasi certamente negato la bontà del progetto, ma il tanto cuore, l' idealismo e la voglia di partire da un progetto culturale per ridare vita a quei luoghi con una sensibilità fuori dal comune, viene oggi considerato e riconosciuto un modello ed un punto di riferimento, a livello internazionale.

Così scoccò la scintilla per Santo Stefano...

Visitai nel 2022 Santo Stefano di Sessanio conducendovi un gruppo in visita spinto dalla curiosità di questo borgo di origine medievale legato alla famiglia Medici ai piedi del Gran Sasso. Me ne innamorai e conobbi in prima persona i luoghi rinati grazie ad un progetto di ospitalità diffusa condotta in collaborazione con il Museo delle Genti d’Abruzzo. Qui ho ritrovato ciò che cerco ovvero la forza dell’ idealismo ed il  rispetto per il valore delle pietre che raccontano storie e per questo devono essere preservate anzi in qualche modo accudite e messe nelle condizioni di evocare quelle storie rendendoci tutti partecipi. Non potevo rimanere insensibile a quello che vidi e quel giorno decisi che sarei tornato e che avrei proposto una nuova esperienza proprio qui, ospite di Daniele e del suo mondo: Sextantio Santo Stefano. Oggi ho mantenuto quella promessa e sono qui !

Sextantio Santo Stefano: l'esperienza autentica del borgo rinato

Quando arrivi a Santo Stefano in auto, a piedi o qualsiasi mezzo tu voglia, lo spettacolo è sempre notevole, con il suo apparire improvvisamente e mostrarsi arroccato su un’ altura e circondato da alte montagne come fosse una nave che solca un mare agitato che solleva immensi flutti. La torre cilindrica, ricostruita di recente, dopo il terremoto, ti segnala che sei arrivato nel borgo un tempo dei Medici di Firenze ed ora del Sextantio, ospitalità diffusa. Prima i Medici vollero Santo Stefano e le terre della cosiddetta Baronia per sé e per avere un caposaldo nell’ Italia centrale laddove il fiorente mercato della lana portava ricchezza e poi più recentemente è stata la volta di Daniel Kihlgren, rampollo di famiglia di industriali del cemento di origine milanese-svedese, che girovagando in moto verso Campo Imperatore, scopre questo borgo medievale intatto e se ne innamora. Decide che questo borgo doveva diventare un’opportunità e contro ogni pronostico dei suoi consulenti di finanza ed investimenti …. Il modello Kihlgren è diventato un riferimento internazionale. Ma lasciamo stare quello che potete trovare sui vari siti e sulle pubblicazioni che parlano di lui, mi interessa invece raccontarvi la mia emozione entrando dalla porta superiore delle mura ai piedi della torre svettante .… qui, un’atmosfera incantata e l’idea di essere ospite di quelle mura mi carica di una bella emozione !

Ad ogni passo si apre un vicolo, uno scorcio e tutto è armonicamente recuperato per farti vivere un senso di sospensione nel tempo. Il nostro gruppo viene accolto da Goffredo e Fabiana che, con un fare professionale ed empatico, ci invitano a lasciarci andare alla filosofia di questo luogo .... 
Daniele sembra avere ricercato ossessivamente ogni singolo dettaglio, ad esempio i peli di tasso appuntati in un gioiello d’argento sulla giacca di Goffredo, riprendendo antichi amuleti tradizionali.
 E’ evidente che questo è un luogo speciale frutto di un progetto culturale condotto insieme al Museo delle Genti d’Abbruzzo e dunque chi varca la soglia del Sextantio deve rendersi conto che farà parte di una storia e che i canoni dell’ hotellerie classica valgono sino ad un certo punto perchè per vivere l’autenticità occorre rinunciare a tecnologia, addio ai topper sui materassi tanto amati da Barbieri,addio a modernità ed omologazione. Ogni spazio, stanza è diversa e ricca di decine di dettagli… certo, il mantenimento dell’autenticità non conduce a barriere architettoniche non superabili e per alcuni potrebbe essere persino difficoltoso raggiungere le stanze o fare il bagno in una vasca in centro alla camera dove invece del doccino si trova una brocca per l’acqua ....

Prosteste trovarvi a dormire in una stalla con un pavimento fatto di pietre grezze e materassi realizzati ad hoc imbottiti di lana Carfagna (un tipo di lana dalle fibre corte e naturalmente già colorate che un tempo veniva usata per fare le divise militari e gli abiti dei monaci). Dovrete poi dimenticare gli intonaci intatti e nuovi in favore di quelli anneriti dal tempo, dal fumo e godervi un’ illuminazione spesso fatta di candele e penombra. Per quelli come me questa è una favola e ringrazio chi ha creduto che un luogo potesse rivivere e tornare a raccontare le proprie storie attraverso le pietre e gli oggetti, perchè in effetti ci ha offerto qualcosa che rischiava di sparire oppure di essere deformato da un’idea di modernità che non avrà mai la forza potente di questo luogo. Non vedo l’ora di tornare al Sextantio per godermi un’altra camera ed un altro racconto, per re-incontrare Fabiana e Goffredo così gentili e sorridenti, per vagare nei vicoli e nei sentieri attorno al borgo .... per percorrere la mia storia da favola ....

Sextantio Santo Stefano di Sessanio

Il modello di ospitalità diffusa che ha cambiato il modo di fare accoglienza
Prenotate una camera e prenotate la vostra esperienza nella storia e nella memoria .... Visita

Il parroco ed il drone

Nella Cappella di Santa Maria delle Grazie (almeno sino a quando la chiesa madre non terminerà i restauri) a Santo Stefano il parroco è Don Oliviero che divide il suo tempo con le altre comunità di Castel del Monte e Rocca Calascio. Un parroco amante del suo territorio che riprende e realizza  meravigliosi filmati immortalati tramite drone. Vi segnaliamo quindi la pagina Instagram abruzzofilia

... e poi c'è l'Aquila ....

E poi c’è l’Aquila. Lei sì che è il simbolo della rinascita. Quelle parole di Roberta risuonano ancora e quindi trovarsi a passeggiare nelle strade della città oggi, ti rende incredulo che quello che hai sentito sia davvero accaduto. Eppure quello che oggi è l’Aquila non è più di certo quello che era un tempo. Qualcosa si è necessariamente incrinato e come la tecnica giapponese l’oro ha colmato le fessure ricucendole con la luce di una nuova vita. Così l'Aquila non è più quella di un tempo, ma non è neanche più un'accozzaglia di pezzi rimessi insieme, l’Aquila è qualcosa di nuovo e che sfida il futuro. Il terremoto ha cancellato quella patina della storia gloriosa della città e se il piano di recupero ha deciso di ricostruire tutto nel posto dove era, preservando il più possibile, di certo tornare indietro a prima del sisma è impossibile. Si poteva consolidare uno stato dell’ arte oppure lo si poteva reintegrare. Si poteva persino cogliere l’opportunità di investigare strati antichi e riportarli in luce e così è stato fatto: porzioni di tessuto murario, bifore e decorazioni nascoste da rimaneggiamenti più recenti. Nel crollo è stato possibile rinvenire detriti dei muri a sacco composti da materiali lapidei scolpiti di epoche più antiche o di chiese distrutte per essere ricostruite in forma nuova. Insomma l’Aquila ha dovuto ed ha potuto percorrere tutte queste possibilità combinandole per cercare le migliore soluzioni. Centinaia di professionisti e ricercatori sono stati messi all’opera in uno sforzo congiunto. Il risultato oggi è sotto gli occhi di tutti ed in alcuni casi magari non sempre condivisibile.

Rimane comunque il fatto che in occasione di grandi catastrofi che arrecano danni al patrimonio storico ed artistico, devono essere affiancati al valore identitario al fine di riconsegnare alla comunità luoghi che sono un riferimento ed uno scenario necessario per il futuro delle vite dei suoi abitanti. Riattivare le dinamiche della vita quotidiana in un contesto condiviso ed accettato dalla comunità locale è una priorità che richiede una capacità di ricucire con intelligenza e maestria il tutto.

Ora il rischio per l’Aquila rinata è, come per molti centri d’arte, evitare che esso diventi un semplice contenitore di sistemazione per turisti e di locali per offrire cibarie e gadget. L’Aquila deve tornare ad essere una città, magari anche diversa da prima, ma sicuramente bella perchè ha saputo girare pagina e maturare nuove ricchezze interiori. Noi visitatori dovremmo rispettarla per questo e dovremmo comprenderne sia il valore estetico che il grande sforzo condotto.

U Boss

enoteca di carattere e tradizione
Vino a fiumi ed una buona selezione di etichette in un locale storico, ma dall'atmosfera informale .... Un bicchiere di vino accompagnato da un uovo sodo ed un panino farcito "alla frittata" sono un must ma anche le altre farciture con i prodotti del territorio non deludono .... Rappresenta per l’Aquila quasi un “monumento”, un'istituzione cittadina ! Nata come una semplice vineria, passo dopo passo, la cantina è diventata un punto di ritrovo per l'intera città. Il vino è a prezzi economici e la “focaccia con la frittata” e le altre focacce sono semplicemente deliziose, servite dai gestori simpatici e divertenti. Durante il 24 dicembre tutti si incontrano nella piazza di fronte al Boss dalle 9 di mattina, bevendo vino e scambiandosi regali ed auguri per tutto il giorno in occasione delle celebrazioni natalizie. Ma chi è il boss? Fatevelo narrare, e vi catturerà con la sua avvincente storia ! Visita

Parco 1923

PARCO1923 racconta i profumi di alberi centenari e foreste vetuste che fanno da padri protettori a fiori rari e delicati, conservati nel tempo grazie all’isolamento in cui il territorio ha giaciuto per secoli. È così che ci viene consegnato incontaminato quello che oggi è conosciuto come il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Personalmente ho provato le tre profumazionie e per gli amanti del carattere un pò eccentrico e la struttura più complessa...Scarpetta di Venere, vi farà sentire al centro dell'attenzione. Visita

Invito al cammino del Gran Sasso

Per gli amanti del cammino, quello fatto in maniera rilassante e con i giusti tempi per godersi i paesaggi, le visite ai borghi, i produttori e tutto quello che riserva il territorio, vi proponiamo di percorrere il Cammino del Gran Sasso; è un progetto di recente realizzazione che sta riscuotendo un notevole successo. Avrete a disposzione un percorso ad anello suddiviso in 5 tappe per un totale di circa 60 km. Se vi chiedete se lo potete fare, ecco la risposta degli organizzatori:
"Il Cammino del Gran Sasso non presenta particolari difficoltà e si rivolge ad una tipologia di camminatori il più varia possibile, dal principiante al più esperto. Vista la percorrenza di pochi giorni (4 o 5) è infatti ideale come prima esperienza di cammino. Non esiste un’età giusta o sbagliata per fare il Cammino. Chiedersi se è fattibile per coloro che non sono più giovanissimi non ha senso: il Cammino del Gran Sasso è per tutti e a qualunque età."
 Potete decidere di fare il percorso in solitaria oppure in gruppo oppure con noi per cui tenetevi informati per scoprire le prossime date iscrivendovi alla nostra newsletter oppure alla bacheca whastsapp.

Vi lasciamo il link per scoprire maggiori informazioni su questo bellissimo progetto.
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